I numerosi problemi della Modena-Sassuolo

La ferrovia che collega Modena e Sassuolo, lunga 19 km , conta numerose problematiche di vario tipo che si protraggono da lungo tempo. La linea, dopo anni di lavori di interramento e ricostruzione, e’ entrata in attivita’ nel 2004.

Il problema principale riguarda il parco rotabili, ridotto ormai al minimo, con soli 4 treni in grado di circolare, e tutti con eta’ media decisamente elevata: un treno Firema ALe 088 (uno dei due già acquistati da ATCM nel 1984-85, l’altro fu ceduto da FER a MetroCampania nel 2010), più 3 elettrotreni ex-belgi del 1954.

L’idea di Tper di mandare a Modena due ALe 582 come rinforzi, si è dimostrata un totale fallimento per diverse cause tecniche. Infatti solo uno dei due treni ha sporadicamente circolato, creando diversi disagi fino a quando non si è deciso di ritirarlo dal servizio. Recentemente poi i due elettrotreni belgi ex-ATC sono stati entrambi ripristinati con nuovi carrelli ed è in programma il ripristino anche dei due treni Firema E122, sempre ex-ATC, mai entrati in servizio e fermi in Stazione Piccola dal 2010, ma non si sa se e quando inizieranno a circolare. La situazione resta dunque precaria e le soluzioni fin qui adottate sono solo dei diversivi temporanei, delle “pezze”, mentre i treni nuovi restano un miraggio.

Un altro problema della linea riguarda l’alimentazione della rete: la vecchia sottostazione elettrica infatti non può sostenere un eccessivo assorbimento di corrente e di conseguenza non è possibile per i treni più moderni viaggiare su questa linea (a meno di far girare un solo treno alla volta, cosa non auspicabile). Al momento quella nuova dovrebbe essere già operativa, ma ancora la stessa potenza della vecchia e quindi si dovrà fare un secondo allacciamento lungo la linea, comunque previsto ma in tempi imprecisati. La stessa ALe 582 non ha mai viaggiato a piena potenza, e questa è stata una della cause dei disagi creati dal convoglio.

Altri problemi sono connessi invece alle infrastrutture delle stazioni, che sono in condizioni a dir poco pietose. Molte di esse sono sporche e in completo stato di abbandono,

a parte Modena Piazza Manzoni e le due fermate di Baggiovara, nessuna ha i marciapiedi rialzati a 550 mm sul piano del ferro, per agevolare la salita di passeggini e invalidi, ed infine alcune fermate denunciano problemi anche maggiori:

– alla fermata sotterranea del Policlinico gli ascensori per disabili non sono mai entrati in funzione, a volte ci sono infiltrazioni di acqua (specie quando piove), oltre che pareti che cadono letteralmente a pezzi.

– le fermate di Casinalbo e Fiorano hanno il marciapiede troppo corto e inadatto ad accogliere nuovi treni più lunghi, e anche quello di Sassuolo non è ottimale

– a Formigine, come a Policlinico, gli ascensori per passare da un marciapiede all’altro sono rotti e si può usare solo il sottopassaggio con le scale.

In tutte le stazioni poi il sistema informativo sui monitor è inaffidabile poiché non vengono mai annunciati né ritardi, né soppressioni o autostituzioni.

Altri problemi legati invece alla linea stessa riguardano il sistema di segnalamento e controllo della circolazione che è decisamente inadeguato, che fra l’altro ora comporterà una riduzione della velocità massima a 50 km/h. Sarebbe ora di installare e attivare il nuovo sistema SCMT presente su tutte le linee e che permetterebbe di aumentare di molto la velocità massima (cosa resa possibile dalle nuove rotaie montate nel 2006 che permettono di raggiungere anche i 90 km/h in alcuni punti)”.

Pochi giorni fa, il dibattito sul destino della linea è stato riaperto, in seguito a un’interrogazione in consiglio comunale a Modena: l’ipotesi circolata è quella di smantellare l’infrastruttura e di sostituirla con dei mezzi su gomma, mantenendo lo stesso sedime. Questo nonostante gli investimenti già in essere della Regione sull’adeguamento dell’infrastruttura e sulla dotazione di nuovi treni.

2 pensieri riguardo “I numerosi problemi della Modena-Sassuolo

  • 24 Gennaio 2017 in 18:32
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    “….l’ipotesi circolata è quella di smantellare l’infrastruttura e di sostituirla con dei mezzi su gomma, mantenendo lo stesso sedime…”

    Una truffa sconvolgente. Gettare nella spazzatura 250 milioni di euro (che lieviteranno fino al cielo in corso d’opera) per demolire una ferrovia che copre la tratta in mezz’ora e sostituirla con l’ennesimo autobus che impiegherà invece un’ora di tempo a raggiungere la destinazione. Civis II – La Vendetta.

    Posso capire il menefreghismo dei modenesi riguardo al mezzo di trasporto, visto che viaggiano in auto (quando non sono bloccati). Non capisco il loro disinteresse circa il volume di spesa: chi credono che pagherà quella montagna di debiti perfettamente inutili?

  • 25 Gennaio 2017 in 12:14
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    Il menefreghismo dei modenesi per il trasporto pubblico ormai è cosa nota ed è uno scandalo. Ognuno pensa solo per sè e non si rende nemmeno conto che più si sopprimono servizi pubblici più auto girano e così aumentano le file. Però poi si lamentano.
    RIguardo alle spese, stessa cosa. Un sacco di gente crede, o fa finta di credere a tutte le frottole che si raccontano sul fatto che smantellare e ricostruire tutto da capo costi meno che migliorare l’esistente. E soprattutto nessuno capisce che queste spese gravano principalmente sulla regione e l’azienda regionale, anziché sul comune.

    Purtroppo invece chi amministra tutto ciò ha ben altri interessi. Che le spese non ricadano principalmente a carico loro lo sanno bene, ma preferiscono diffondere false notizie per motivi tutti loro, che certo noi non possiamo sapere, ma è ovvio che sentendo certe dichiarazioni palesemente assurde cominci a chiederti se o siamo in mano a gente che non fare nemmeno 2+2 oppure se non stiano cercando di darci a bere un sacco di frottole. E tutto sommato è molto più probabile la seconda ipotesi

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